Valle dei Templi, Agrigento


 

Il Tempio della Concordia

Percorrendo la Via Sacra, si incontra il Tempio della Concordia, il cui nome è un richiamo ad una iscrizione latina che faceva riferimento alla "Concordia degli Agrigentini".
Eretto nel V secolo a.C. è oggi quello meglio conservato grazie al fatto che nel VI secolo d.C. venne adattato e trasformato in chiesa cristiana dedicata ai santi Pietro e  Paolo.

Il basamento segue perfettamente l'inclinarsi della collina. In origine le pareti del tempio, le sue colonne e le scale erano dipinte di bianco e i capitelli e i frontoni variopinti.
Il tetto era di marmo e le grondaie sporgevano con teste di leone.
L'ingresso principale era quello presente sul lato Est perché gli  antichi greci pensavano che il tempio dovesse guardare là dove sorge il sole che rappresenta la vita e non ad Ovest, dove il sole tramonta, segno di buio e tenebre e sede dell'Ade.
Anche questo tempio, come tutti gli altri qui ad Agrigento sono in stile dorico. Le sue colonne sono alte 6 metri e 72 centimetri ciascuna.
Oggi il Tempio della Concordia è uno dei simboli di quesa Valle. 
La vista del tempio illuminato con il tramonto sullo sfondo è uno spettacolo sicuramente unico al mondo.

 

 
 

Il Tempio dei Dioscuri

Esso risale al IV secolo a.c. Il tempio dei Dioscuri è divenuto il simbolo turistico di Agrigento. Gli agrigentini sono soliti chiamarlo “le tre colonne” anche se ne possiede quattro. Effettivamente una prima ricostruzione iniziata nel secolo scorso aveva portato alla innanzatura di tre colonne mentre la quarta venne rialzata più tardi. Sebbene si tratti di un piccolo tempio, è uno dei più immortalati da parte dei turisti.

Castore e Polluce erano due gemelli nati dall’unione di Leda, regina di Sparta, con Giove.  Castore era mortale mentre Polluce era immortale. La legenda vuole che quando Castore morì, Polluce chiese al padre di renderlo mortale per poter riunirsi al fratello.

Zeus lo esaudì e fece in modo che i due tornassero alla vita alternativamente, un giorno ciascuno.

Furono inoltre posti nella costellazione dei Gemelli dove, quando una stella muore, ne nasce un’altra.

 

 

 
 

Il Tempio di Ercole

Il Tempio di Ercole è quello più antico tra i templi agrigentini e risalepresumibilmente al VI secolo a. C. e di esso parla Cicerone descrivendolo come molto vicino all’agorà (oggi il posteggio del posto di ristoro). Ercole era molto venerato dagli akragantini tanto che questi erano soliti dedicargli anche delle feste dette “Eraclee”.

Al suo interno vi era una statua di bronzo raffigurante Ercole, venerato come eroe nazionale, il cui mento era divenuto lucido perché veniva baciato dai fedeli.

Il tempio venne distrutto, come molti altri, a causa di un terremoto e solo intorno agli anni 20-30 si è provveduto ad innalzare le otto colonne che oggi si possono ammirare.

 

 

 
 

Il Tempio di Vulcano e il Tempio di Esculapio

Del Tempio di Vulcano, risalente al V secolo a.C. rimane ben poco. Doveva comunque trattarsi di una costruzione imponente di ben 34 colonne. Nelle sue fondamenta vennero rinvenuti resti di un tempietto arcaico di cui sono conservate alcune parti della decorazione del tetto.

 

Il Tempio di Esculapio venne costruito ben fuori dalle antiche mura della città. Esso era luogo di pellegrinaggio dei numerosi malati che si recavano nel tempio per chiedere di essere guariti. Le pareti del tempio erano ricoperti da “ex voto” che venivano lasciati dai malati che ricevevano la grazia della guarigione. All’interno del tempio vi si trovava una statua in bronzo raffigurante il dio Esculapio, che venne trafugata da Verre.

 
 

Il Tempio di Giove Olimpico

La sua costruzione, secondo Diodoro Siculo, fu iniziata dopo la battaglia di Imera, intorno al 480 a.C. ma non fu mai portata a termine. Esso sarebbe stato il tempio più grande mai costruito dai greci. Il suo basamento misura 113,45 metri x 56,30 metri.

Le colonne erano alte  circa 18 metri e, ad circa 11 metri di altezza, erano presenti dei giganti, chiamati Telamoni oAtlanti, che davano l’impressione di reggere l’intero peso dell’architrave così come Atlante era stato condannato da Zeus a reggere il mondo per aver aiutato i Titani.

Oggi rimangono pochi ruderi di questo tempio. Alcuni dei massi del tempio vennero utilizzati, ai tempi di Carlo III di Borbone, per costruire il molo del porto di Porto Empedocle.

All’interno del museo archeologico di San Nicola, è conservato un Telamone fedelmente ricostruito da Raffaello Politi, oltre ad alcune teste di altri giganti e alla riproduzione completa del tempio

 

 

 

Il Tempio di Giunone

Posto nella parte più alta della città, il tempio venne costruito, intorno alla metà del V secolo a.C.  Esso è dedicato alla dea Era Lacinia (Giunone) moglie di Zeus.
Il tempio è esastilo (sei colonne in larghezza) e periptero (tredici in lunghezza).

Al suo interno vi era una statua raffigurante la dea Giunone alla quale si rivolgevano gli sposi e le donne sposate e tradite.
Il suo pavimento era in origine in marmo bianco ma durante la dominazione romana, i pavimenti vennero sostituiti. Oggi è possibile notare delle arrossature sulle strutture, causate da un incendio.

Il Tempio era usato dagli antichi Greci per la celebrazione dei matrimoni. In particolare, prima che il matrimonio venisse celebrato, gli sposi portavano in offerta un'agnella alla dea. L'agnella veniva bagnata con acqua fredda:  se tremava, il matrimonio non sarebbe stato felice e quindi il sacerdote non lo avrebbe celebrato.

Col trascorrere degli anni, gli sposi si recavano, in segno di riconoscenza, al tempio anche per donare la cintura della sposa che a causa della gravidanza, diventava troppo stretta.
Inoltre, nella parte più a sud del tempio, vi era (e tutt'ora vi
è, un altare che veniva utilizzato per i sacrifici in onore della dea Era.
Si è detto inoltre che il tempio era meta delle donne sposate e tradite dai mariti. Esse si rivolgevano alla dea con la quale condividevano il destino di donne i cui mariti erano infedeli.

 

La Tomba di Terone

In prossimità della Porta Aurea, si erge una costruzione che oggi viene indicata come la Tomba di Terone, il tiranno che governò Akragas dal 488 a.C. al 472 a.C

Gli studi che si sono succeduti su questa costruzione hanno rivelato che potrebbe trattarsi di un mausoleo costruito dai Romani in memoria degli oltre 30 mila militari caduti durante l’assedio di Agrigento nel 262 a.C. oppure di un mausoleo costruito nel secondo o nel terzo secolo dopo Cristo la cui forma ricorda quella di altri mausolei africani.

 



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