Museo
di Storia dell'Agricoltura e della Pastorizia
Morano Calabro
Il Museo di storia dell'agricoltura e della pastorizia di Morano Calabro, è un museo di storia della cultura materiale nato a metà degli anni Ottanta dall'ampliamento della mostra storica Contadini e pastori a Morano tra passato e presente, realizzata qualche anno prima dal prof. Francesco Mainieri in collaborazione con il Gruppo di animazione culturale di Morano Calabro e con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune.
Le
numerosissime tavole illustrative presenti nelle nove sezioni che compongono il
Museo rispondono ad un duplice scopo da un lato, fungono da supporto informativo
del reperti esposti; dall'altro, anche in assenza di oggetti, forniscono o
integrano la documentazione mediante materiali di vario genere.
Frequente è il ricorso, oltre che a fotografie sia d'epoca che recenti, a
disegni, carte tematiche, grafici, al fine di visualizzare efficacemente i
fenomeni considerati. L'adozione di questo modello espositivo è stato dunque
suggerito dalla preoccupazione di non porre i reperti lì uno accanto all'altro
- come non di rado accade in raccolte del genere - ma di inserirli in una serie
di percorsi conoscitivi, supportandoli con una documentazione ad ampio raggio.
In tal modo la fruizione del patrimonio museale non si esaurisce nelle
impressioni estemporanee e spesso effimere che i reperti del passato possono
suscitare, ma dà luogo ad una conoscenza puntuale e circostanziata delle
coordinate spazio-temporali sottese ad essi.
Tra le nove sezioni in cui esso si articola, un posto preminente occupano,
infatti, quelle che illustrano le basi materiali della civiltà agro-pastorale
del territorio di Morano: si pensi in particolare non solo alla prima sezione
(Il territorio e il paesaggio agrario; le acque e la loro utilizzazione;
l'abitato), ma anche alla sesta (L'edilizia rurale) e alla nona (I mulini e le
gualchiere), che contengono un'analisi del territorio nella sua globalità,
ossia attraverso le sue emergenze sia naturali che storiche.
L'ambiente, con le risorse di cui è dotato, viene in tal modo colto nel suo
rapporto organico con l'uomo, attraverso i segni che egli vi ha impresso nel
tempo.
In tale
contesto, un'attenzione particolare viene rivolta alle modalità di
organizzazione dello spazio rurale. L'uso del suolo e, in relazione alle sue
risorse, in particolare lo sfruttamento delle acque sia per l'agricoltura,
attraverso la rete dei canali di irrigazione, sia per animare i mulini e le
gualchiere; il sistema viario, che consentiva un elevato grado di mobilità in
un territorio, quale è quello di Morano, in cui l'interazione tra le aree
agricole e l'ambiente urbano è sempre stata assai intensa; gli insediamenti
rurali, numerosi anche in passato e dalla tipologia alquanto diversificata: sono
questi gli elementi che in sede museale dispongono forse, nell'ambito delle tre
sezioni citate, della documentazione più consistente.
La quarta sezione (Il lavoro agricolo: gli strumenti e le tecniche) illustra,
attraverso i numerosi attrezzi e le schede esplicative che li accompagnano, la
tecnologia rurale e 1'evoluzione che essa subisce.
Il lavoro agricolo viene descritto in tutte le sue fasi: dalla lavorazione del
terreno alla semina, alla mietitura, alla trebbiatura, si parla inoltre
dell'irrigazione, degli avvicendamenti colturali e dalla concimazione, nonchè
della coltivazione dell'olivo e della vite, dei gioghi e della loro evoluzione,
degli animali e dei mezzi adoperati per il trasporto in agricoltura.
Dai materiali che la sezione presenta emerge, tra l'altro, la tenace persistenza
di strumenti e di pratiche del passato almeno fino al secondo dopoguerra.
La persistenza dei sistemi tradizionali e ancora più marcata nell'ambito della
pastorizia, a cui è dedicata la quinta sezione (La pastorizia: il lavoro e la
condizione dei pastori), nella quale figura, accanto agli utensili, la
descrizione della lavorazione del latte e dei suoi prodotti e nella quale
vengono analizzati il ruolo che ha avuto in particolare l'allevamento brado
nell'economia locale, il regime proprietario nell'ambito della pastorizia, le
forme di conduzione del bestiame, i safari e le condizioni di vita dei pastori.
Sulla cultura materiale degli strati subalterni offre un'ampia documentazione la
settima sezione (L'interno della casa contadina; la cucina e l'alimentazione).
La
ricostruzione dei due spazi fondamentali della cucina contadina, l'angolo del
camino e quello del forno, non ha lo scopo di trasporre artificialmente
l'ambiente tradizionale in un ambiente cosi diverso ed estraneo, quale è quello
in cui è situato il Museo, ma solo quello di inserire l'insieme degli utensili
in contesti funzionali al fine di facilitare la comprensione del loro valore
d'uso.
Le schede illustrative degli oggetti, al pari di quelle degli strumenti del
lavoro agricolo e pastorale, riportano per ognuno di essi i relativi termini
dialettali.
L'ottava sezione (Le industrie rurali: la lana, la seta, il lino) traccia la
storia dellindustria tessile a Morano e documenta, attraverso gli utensili e
numerose tavole illustrative, le varie fasi ed operazioni della lavorazione
manuale della lana, della seta e di altre fibre tessili.
Infine, la documentazione sul regime fondiario e sulla sua evoluzione, sulle
forme di conduzione della terra, sulla composizione del proletariato rurale e su
altri aspetti e momenti dei rapporti di produzione nelle campagne è contenuta
nella seconda sezione (L'assetto della proprietà terriera e la sua evoluzione)
e nella terza (I rapporti di produzione nelle campagne; il proletariato rurale e
la sua composizione), nelle quali figurano, più che altrove, molte tabelle.
Informazioni:
Morano Calabro (Cosenza) Scuola elementare, via Municipio
Tel. 0981/31021 (Comune) 31202 (Privato)
Aperto 9-12 e 16-18 da lunedì a venerdì, altri giorni a richiesta
Ingresso gratuito
Si ringrazia
il prof. Francesco Mainieri per il materiale fornito