ALTOMONTE (Cosenza)

495 mt. sul livello del mare - abitanti: 5.042

E' una delle più belle e interessanti cittadine della Calabria, definita "Isola d'Arte del Trecento Toscano".

Ambiente paesistico

Centro agricolo della Valle dell'Esaro, posto su un poggio.

Patrimonio storico-artistico ed archeologico

Servizi ed altre risorse complementari:

Museo Tel. (0981) 948185 - Vico II S. Francesco

Biblioteca ed Emeroteca - Vico II S. Francesco

Numerose botteghe d'arte e artigianato

Festa del Patrono S. Francesco

Festival Mediterraneo dei due Mari

Mercatino 1° e 3° sabato di ogni mese

Festa 2° domenica di Pasqua

 

Santa Maria della Consolazione
S. Maria della Consolazione
interno Convento dei Domenicani
interno Convento dei Domenicani

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Lassù, a 500 metri di altezza, circondato dalla maestosa corona dei monti del "Parco del Pollino", anfiteatro naturale allo spettacolo della piana di Sibari e delle incessanti onde del mare Ionio, il mare degli Dei.
Si affaccia da un verde crinale di macchia mediterranea su fertili vallate che in primavera diventano immense nuvole rosa pesco, percorse da lucenti corsi d'acqua a far da specchio insieme all'invaso dell'Esaro.
Paese fortunato. Se la natura generosa ha profuso a piene mani i suoi doni, il d
Il Castello dei Sanseverino
isegno dell'uomo l'ha superata in splendori e meraviglie.
E' certamente l'arte il più grande patrimonio di Altomonte, il tesoro che i secoli e la storia, le hanno lasciato perché potesse divenire una delle località più belle della Calabria.
Altomonte ha origini antiche; già Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) ne ricorda, con il nome Balbia, le miniere di salgemma e lo squisito vino Balbino.
Successivamente, con Normanni e gli Angioini il borgo diventa un centro d'arte, di cultura e di fede di straordinaria importanza.
Al vertice della collina su cui si adagia il centro storico si erge in tutta la sua magnificenza il miglior esempio di Chiesa gotico-angioina della Calabria, eretta nel 1342 da Filippo Sangineto (nobile Cavaliere alla corte di Re Roberto D'Angiò) in onore di Santa Maria della Consolazione. Un grande monumento funebre opera di Tino da Camaino ne conserva le spoglie.
L'attiguo convento domenicano, ospitò Tommaso Campanella, che descrisse questi luoghi nella città del sole.
Gli antichi ambienti quattrocenteschi accolgono oggi le sale del Museo Civico dove, tra le oltre duecento opere, sono presenti lavori di Simone Martini, Bernardo Daddi, Pietro Negroni, e delle scuole di Antonello da Messina, Solimena e Pisano.La Torre Pallotta
Quasi a far da contrappeso alla Chiesa, la quadrata Torre Normanna o del Pallotta (sec.XI) dal cui camminamento si gode del panorama a 360 gradi.
Meritano la visita del turista attento: il Castello dei Sanseverino con la caratteristica piazzetta del vaglio (sec. XV-XVII), la Chiesa di San Giacomo Apostolo (sec. XI), la Chiesa di San Francesco di Paola (sec. XVII) con il Convento dei Frati Minimi (sede del Municipio).
Ricavato da un anfiteatro naturale, nell'immensa platea del Centro Storico il teatro all'aperto che ogni estate ospita il Festival di Altomonte; rassegna di prosa, danza, musica ed arti figurative tra le più importanti del Meridione e principale volano della locale economia turistica. Un'economia che ha saputo recuperare tra le sue risorse più tradizionali i motivi ed i mezzi per ospitare i visitatori: i ristoranti, segnalati dalle migliori riviste specializzate, propongono piatti derivati dalla tradizione calabrese più genuina; l'artigianato, con le lavorazioni in terracotta, vimini, metallo e legno, propone oggetti d'uso comune nelle case contadine.
L'arte e la natura, insieme alla calorosa accoglienza dei calabresi, creano quella miscela di delizie che impongono a chiunque visiti Altomonte la necessità di ritornarci.

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Castello dei Conti

E’ una fortificazione costruita a più riprese nel corso dei secoli, ma si possono identificare con certezza le epoche delle varie costruzioni che, intorno al 1400, completarono la struttura che oggi ammiriamo. Suggestivo è il loggiato che si affaccia sul grande anfiteatro della piana di Sibari; Orrida invece, la vista verso nord, nel profondo di una valle, simile ad un fossato di difesa. A sud il balcone dal quale il feudatario si affacciava sul Vaglio. Oggi è proprietà privata ed è stato ristrutturato e adibito ad Albergo.
 

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